Sulle remote origini di questa cittadina due studiosi locali, Padre Serafino Tamborrini di Ostuni (1784 - 1869) e il medico locorotondese Angelo Convertini (1771 - 1831), ci hanno tramandato delle ricostruzioni storiche troppo spesso condite di mitologia.
Dobbiamo arrivare fino al XII secolo (1195), in piena dominazione sveva, per trovare il primo documento in cui si fa espressa menzione del luogo detto Rotondo e della sua chiesa di San Giorgio, una sorta di agglomerato rurale, feudo del monastero benedettino di Santo Stefano tuttora esistente sulla costa presso Monopoli. Tuttavia la formazione del feudo, e quindi dell'abitato di Locorotondo, potrebbe intendersi essere avvenuto verso gli ultimi decenni dell'anno Mille, in concomitanza con la nascita del suddetto monastero voluto da Goffredo I, conte di Conversano. Verso la metà del 1200 l'originario feudo crebbe gradualmente fino a diventare un vero e proprio casale.L ocorotondo è una città conosciuta per i suoi vini e per il suo centro storico a forma tonda, da cui deriva il suo nome, che significa "luogo rotondo". È stato infatti costruito su una pianta circolare con strade concentriche strette e con bianche case a schiera.
La bellezza del centro storico di Locorotondo è rappresentato dal suo labirinto di bianchi vicoli, con case basse imbiancate a calce su un cocuzzolo che domina la Valle d’Itria che terminano con degli insoliti tetti spioventi chiamati localmente "Cummerse". Locorotondo si presenta come un paese tranquillo ed ordinato, in cui è gradevole passeggiare tra le vie concentriche del centro storico con le tipiche case dai tetti aguzzi e balconi fioriti.
Sulla cima del colle sul quale sorge Locorotondo si trova la Villa Comunale, tappa obbligatoria per poter ammirare la distesa di ulivi secolari e trulli che compongono la Valle d’Itria. Merita certamente una bella passeggiata la campagna circostante, punteggiate di trulli, molto interessanti gli agglomerati sorti intorno ai cosiddetti jazzili: gruppi di trulli unifamiliari con servizi comuni quali la cisterna, l’aia ed una piccola cappella. A 5 chilometri dalla città, vicina alla Selva di Fasano si trova la popolosa contrada di San Marco, qui vi è la l’omonima chiesa rurale edificata nel 1678, a croce latina con il campanile a vela ed il tetto coperto con pietre, realizzato con una tecnica simile a quella utilizzata per i tetti dei trulli.